La cena di Natale in azienda

La cena in prossimità del Natale può essere una buona occasione per rinsaldare la coesione e lo spirito di squadra, se si rispettano alcune semplici regole e se si prepara l’evento con un po’ di cura.

La scelta della location è importante e dà la cifra a ciò che l’azienda vuole trasmettere; forse, in questi tempi, è meglio evitare le lussuose sale in hotel a 5 stelle con cena annessa e scegliere qualcosa di più modesto (compreso menù) se il messaggio che si vuol trasmettere “è attenzione alle spese”, “siamo sobri”, “niente sprechi”.

La scelta di chi si alternerà a parlare è altrettanto importante: solo il socio di maggioranza? Anche  il Direttore Generale? I singoli responsabili funzionali? Se si vuol dare il messaggio “qui comando io”, si sceglierà un solista; se il messaggio, al contrario, è “siamo una squadra”, si allargherà il numero dei relatori.

La scaletta degli interventi è d’obbligo, come d’obbligo è la sua condivisione fra i relatori prima dell’evento!

E’ consigliato l’uso di stimoli diversi; musica, immagini, parole, dati combinati in modo armonico, anche in una semplice presentazione in power point.

Ho trovato sempre molto utile usare le immagini fornite dei collaboratori, scattate durante altri eventi o sul posto di lavoro, e frasi raccolte o scritte dagli stessi collaboratori; aiutano a definire una cornice chiara e condivisa entro cui continuare a narrare un altro capitolo della storia aziendale.

Si può senz’altro pensare ad un evento più particolare, basato su aspetti ludici o di team building; ad esempio, prevedere attività di team cooking, team singing, o le varie forme di “cena con delitto”, quest’anno particolarmente di moda.

L’importante è che ci sia coerenza fra la cultura aziendale, il tipo di messaggio che si vuole veicolare e l’evento in programma, onde evitare di intraprendere attività disallineate e stonate,  e, pertanto, prive di efficacia, se non dannose.

 

 

 

 

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Come calcolare il prezzo di vendita

Ci sono  sostanzialmente due metodi per calcolare il prezzo di vendita dei nostri prodotti/servizi:

1)  Metodo del cost plus, che parte dal costo e aggiunge un margine di utile per determinare il prezzo;

2)  Metodo di analisi del valore, che parte dalle percezione di valore del cliente e definisce il prezzo come sintesi di queste percezioni

Si intuisce immediatamente che il secondo metodo è il più valido, anche se poi ci si può arenare di fronte alle supposte difficoltà di avere informazioni sulle percezioni di valore del cliente e si finisce, spesso, per affidarsi alla sempre sovrastimata tecnica contabile, scegliendo  il primo metodo.

Il metodo dell’analisi del valore è migliore non solo perché permette di aumentare i volumi di vendita (se il prezzo è vicino alle percezioni del cliente, il cliente sceglierà il nostro prodotto), ma consente anche di aumentare il margine perché costringe ad un’accurata revisione dei costi  e alla conseguente ricerca di efficienza qualora il prezzo percepito, confrontato con il costo del prodotto, non “lasci” il margine sperato.

Scegliere di calcolare il prezzo partendo dal cliente e non dai costi, non significare, quindi, non calcolare i costi.  Il calcolo dei costi dei prodotti (con configurazione a direct costing, naturalmente) sarà un processo sempre attivo in azienda; non sarà, però, l’unica base di calcolo del prezzo di vendita ma solo un riferimento per la verifica del margine.

Per quanto riguarda l’analisi del valore, un metodo low-cost nel settore B2C consiste nell’ osservare il processo di acquisto e di utilizzo di un prodotto esistente, scoprire quali sono le caratteristiche di valore percepite dal cliente e il valore-prezzo da questi accettato per quelle caratteristiche.

Nel settore B2B, alcuni metodi low cost consistono nel selezionare alcuni cliente chiave e analizzare i loro dati storici di vendita, cercando i collegamenti tra i nostri prodotti e i benefici che comportano, condurre interviste ai responsabili commerciali chiedendo loro quali sono le caratteristiche che i nostri clienti apprezzano e quelle che, al contrario, non apportano percezione di valore.

Il Pricing non dovrebbe, quindi, essere attività relegata alla funzione amministrazione/controllo ma dovrebbe essere delegata a persone capaci di confrontarsi costantemente con la funzione commerciale e con i clienti.

In quante delle nostre PMI questo accade?

 

 

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Promuovere il benessere organizzativo

Ho provato a sintetizzare qualche concetto sul benessere organizzativo, un altro attuale e grande tema in ambito RU, cercando di  semplificare l’argomento.

Allego il testo, per chi ne avesse voglia…

IL BENESSERE ORGANIZZATIVO

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Struttura organizzativa e Controllo di Gestione nelle PMI italiane

Inserisco un interessante articolo di Antonio Barretta che analizza i motivi della scarsa diffusione del Controllo di Gestione nelle PMI italiane.

Offre, in chiusura, alcuni punti di riflessione sui vantaggi che derivano dall’introduzione di un sistema di Controllo di Gestione, a patto sia semplificato e adattato ai fabbisogni informativi specifici delle PMI.

Controllo di gestione nelle PMI

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Cambiamento organizzativo

Il cambiamento organizzativo è un tema attualissimo e piuttosto complesso che richiede grande attenzione e sensibilità da parte di chi lo guida.

Questo breve video rappresenta alcuni principi fondamentali che attenuano le resistenze al cambiamento aumentando le probabilità di successo.

http://www.youtube.com/embed/__IlYNMdV9E?rel=0   

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